Friday 16 May 2008

Da domani sarò ottimista.

Nell'aria si distendono le ali titubanti di un gioco che non conosci. Hai il gli occhi bagnati dalla paura di nuotare da solo. Pagherai a tempo debito la tua inettitudine. Ora guardi nel buio delle tue palpebre e percepisci colori, bagliori di rosso, giallo e verde che in strane sfumature dipingono volti opachi su sfondo nero. Lontani da questa realtà, assiepati nei tuoi pensieri come topi in trappola, vivono nella tua testa più di quanto abbiano mai vissuto nel mondo. Queste figure che ti striano gli occhi di sangue e lacrime, che ti tempestano di distrazioni e dubbi, godono nel vederti chiedere pietà, godono crogiolandosi nel loro cinismo, tirano fango su chiunque li circondi perché loro stessi si sentono ricoperti di fango. Mille fotocopie che ti circondano, cresciute in schemi razionali, studiati con dovizia, schemi quadrati, troppo rigidi, schemi che ti impongono scelte contro le quali non andrai mai per non sentirti in colpa. Scelte che tu non riesci a non fare, pur odiandole. Scelte ovvie, scelte giuste, ma inconsapevoli, perché nate dalle parole di qualcun altro. Scelte che ti portano anche ad odiare chi ti ha influenzato perché capisci che è troppo tardi per seguire le tue di scelte. Le tue scelte, ponderate tra sogni che ti fanno ancora sentire ridicolo e impotente, e non potendo tornare indietro decidi di non andare avanti, decidi di non scegliere. Incapace di gestire pressioni, sottomesso a schemi che non ti appartengono, reagisci stupidamente e dentro di te percepisci il malato piacere del giocatore che scommette sulla propria sconfitta.

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